di Alessandro Giglio

Presentato alla 70esima Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, esce oggi nelle sale italiane”Wałęsa. L’uomo della speranza“, distribuito da Nomad Film Distribution.

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Ieri pomeriggio a Roma, presso l’hotel Sofitel si è tenuta la conferenza stampa di presentazione del film del regista Andrzej Wajda sulla vita del leader di Solidarnasc, premio Nobel per la Pace nel 1983 e presidente della Repubblica della Polonia nel1990, Lech Wałęsa .

Proprio Wałęsa, insieme a Robert Wieckiewicz ( Wałęsa nella finzione) e Maria Rosaria Omaggio (nei panni di Oriana Fallaci) è stato ovviamente il mattatore del pomeriggio capitolino.

Foto Alessandro Giglio
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La conversazione tra la giornalista italiana e il leader di Solidarnosc costituisce il tessuto narrativo del film con domande che nessun altro ha mai osato prima di lei. Emerge il ritratto i un uomo dotato di un grande carisma, fiuto politico senza pari e persino grande umorismo (lo stesso che ha usato ieri al nostro cospetto.

L’ambasciatore Piotr Nowina- Konopka l’ha introdotto come l’uomo a cui i polacchi sono grati di poter festeggiare i 25 anni di libertà. ”Ho ringraziato  Andrzej Wajda per avere mostrato alla Polonia e al mondo la strada di Walesa che è stata la strada della speranza”, ha sottolineato l’ambasciatore.

Lech Walesa: “Sono felice che ci sia un film sulla mia persona, ma Wajda si è concentrato sulle scene di lotta, quelle ridicole e leggere le ha cancellate, anche se poi tanto ridicole non lo erano… Ci sono tante storie che non sono state riportate come le 48 ore di fermo cui sono stato sottoposto. Sono stato portato via da casa senza niente addosso e senza soldi. Mi è capitato due volte. Volevano umiliarmi trasformandomi un ladro.”

Robert Wieckiewiczt : “So che sarà difficile fare carriera in Italia n con questo cognome. Posso dire di essere felice di essere qui in compagnia di Maria Rosaria Omaggio e Lech Walesa in occasione della presentazione di questo film. A nome di Wajda posso dire di essere molto felice di questo film e spero il pubblico italiano vorrà apprezzarlo.  Ci sono molte esperienze vissute in questo film che mi hanno legato indissolubilmente a Lech  Walesa e ne sono felice. Spero che potremmo vedere questo film insieme e siccome lei usa dire che ogni volta che  vede il film le piace sempre di più, spero continui così”.

Foto Alessandro Giglio
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Lech Walesa: “Temo di non poter fare un’altra rivoluzione in questa vita. Tutte le rivoluzioni compiono due errori. Anche io ho commesso un errore. Non fanno altro che sostituirsi al potere precedente come nel caso di Castro, facendo magari peggio dei predecessori.

E questo è un tipo di errore. Noi abbiamo segnato una  grande vittoria e l’abbiamo consegnata alla democrazia e alla politica. Ma bisogna fare un’altra mossa. Bisognava incontrarsi una volta l’anno e ricordare cosa volevamo. Vedersi una volta l’anno e ricordare gli obiettivi ci avrebbe fatto raggiungere risultati molto migliori. Quindi se vorrete fare una rivoluzione ricordatevi le mie osservazioni”.

Foto Alessandro Giglio
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M.R. Omaggio: “Ho interpretato il mio ruolo con le sue testuali parole di Oriana Fallaci ed è stato un onore. Non con parole dello sceneggiatore, ma con quelle autentiche utilizzate durante l’intervista a Lech Walesa. Questo  mi ha permesso di imparare la storia. Il film è rivolto soprattutto ai giovani per ricordare come è nata l’Europa. Quest’uomo ha abbattuto la barriera tra sovietici e americani che ha permesso in seguito il crollo del muro di Berlino, è importante saperlo. Chi lo ha intuito per prima è stata proprio Oriana Fallaci che lo ha intervistato due volte( come faceva sempre).  Volevo dire al Presidente che anche la scena del tram è stata girata. Il materiale girato è enorme  e non escludo un nuovo montaggio in cui queste scene ed altre possano essere inserite, magari per la tv. Una soddisfazione molto grande è stata sapere che Oriana Fallaci non era mai stata pubblicata in Polonia e in quei paesi e che mentre giravamo lo è stata con “Intervista con la storia” dapprima  e poi “Intervista col potere”. L’editore polacco aveva messo la mia foto al posto della Fallaci, ero credibile quindi!”

Foto Alessandro Giglio
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Lech Walesa: “Il muro di Berlino non può mai essere ricordato come una vittoria, un cammino risoltosi con un successo. Quella dei tedeschi che hanno disertato il proprio territorio non è una vittoria, non è eroismo, ma una fuga. Meno male che Gorbaciov non è stato sveglio come lo è stato Lech Walesa. I tedeschi si sono comportati male. I polacchi hanno spaccato i denti all’orso sovietico cosicché altri hanno poi potuto lottare perché l’orso aveva perso le difese”

Quello del premio Nobel per la Pace è un vero e proprio show, sarcastico e beffardo ne ha un po’ per tutti, compresa la stoccata ai no global. “Mi fanno ridere coloro che sono contro la globalizzazione. Protestano e poi tirano fuori lo smartphone dalla tasca, chiamano e chattano. Dovrebbero ricorrere alle colombe per comunicare, perché il cellulare è globalizzazione”.

Come vede ora L’Orso Sovietico? Costruiamo l’Unione Europea ancora contro i Russi o vogliamo che ne siano parte integrante?

Quel che ha fatto la Russia in Crimea  è inaccettabile. Tutto ciò contrasta con la  nostra idea di Europa. Io ho avanzato una proposta che sarebbe vincente ma che non viene accettata. Propongo un gruppo di “Saggi” presso la Nato o l’Onu  che collabori su dei postulati in modo che Putin cambi strategia. Lavorando a istanze sagge e interpellando ogni singolo paese e rivolgendo ad ogni stato la domanda: “Ti piace il comportamento di Putin?” . Ti diranno certamente di no. Allora cerca di realizzare uno dei punti che abbiamo avanzato e che più ti si confà. Più saremo solidali e più riusciremo a “convertirlo”. Ci vuole una azione solidale senza tensioni e azioni isolate. Non si può permettere che continui a fare quel che ha fatto”.

Infine una battuta sul passaggio della Polonia dal comunismo al capitalismo: “Passare dal capitalismo al comunismo è come trasformare un acquario in una zuppa di pesce, ma dal comunismo al capitalismo è come pretendere di fare un acquario da una zuppa di pesce”.

Foto Alessandro Giglio
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