Un invito a lasciarsi andare ed entrare in un mondo in cui tutto va bene, quello della fantasia e dell’immaginazione ed a lasciarsi emozionare.

E’ l’invito che Gino Paoli rivolge al pubblico salendo venerdì sera sul palco de La Contrada – Teatro Stabile di Trieste in apertura del concerto-evento (data unica) “Due come noi che…” in cui è accompagnato al pianoforte da Danilo Rea.

Per il cantautore genovese (con natali in regione) inizio raffinato ma con un tocco di blues da crooner con “Una furtiva lagrima” dall’Operetta L’elisir d’amore e “Time after Time” dei Milestones.

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Seguono poi i successi di sessant’anni di carriera come “La gatta”, “Che cosa c’è”, “Sapore di sale” e molti altri intervallati da omaggi vari

IL RICORDO DEGLI AMICI CANTANTI

Il ricordo si fa sempre più sfumato, svanisce piano piano. Rimane quello che hai dato, non tanto quello che hai ricevuto.

Alcuni miei amici e colleghi cantanti hanno scritto delle bellissime canzoni

Gino Paoli e Danilo Rea "Due come noi", La Contrada - Trieste © Fabrizio Caperchi Photography / La Nouvelle Vague Magazine 2017
Gino Paoli e Danilo Rea © La Nouvelle Vague Magazine 2017

Così Paoli introduce l’omaggio a vari cantanti e amici che se ne sono andati prima di lui: grande commozione su “Vedrai vedrai” di Luigi Tenco ma anche su “Il nostro concerto” di Umberto Bindi.

Straordinario il medley interamente strumentale offerto da Danilo Rea in cui si sono riconosciute, tra le altre, “Io che amo solo te” di Sergio Endrigo e “Bocca di Rosa” di Fabrizio De Andrè.

Toccante l’esecuzione di “Un addio” scritta dallo stesso Paoli e musicata da Rea, che ha anche scritto la colonna sonora del film dedicato a Berlinguer in cui è presente il brano.

Un secondo omaggio è stato dedicato alla canzone napoletana, o meglio alla grande canzone napoletana e a tutta una serie di chansons francesi (sulle quali è stato creato anche un album dei due)

DANILO REA. Non solo accompagnamento

Chi si intende un minimo di musica non potrà non conoscere Danilo Rea: straordinario musicista, pianista e arrangiatore.

Pianista jazz, abile nell’improvvisazione; le sue dita scivolano sul pianoforte creando quella che indiscutibilmente è magia e poesia raffinata.

Non si può non rimanere affascinati dalla sua arte che completa in modo delicato il modo di fare un po’ aspro ma allo stesso tempo sornione di Paoli.

DUE ARTISTI SEMPRE TANTO AMATI

Primo bis con la tanto attesa “Questa lunga storia storia d’amore” e un secondo bis con l’acclamata “Senza fine” che ha concluso in modo perfetto il concerto.

Applausi a scena aperta e dopo ogni canzone e un lungo applauso finale come a non volere far andare via i due evidenziano quanto questa serata fosse attesa dal pubblico triestino e quanto i due emozionino ancora tutto il pubblico, trasversalmente.

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