In scena ancora stasera al teatro ‘La Contrada’ di Trieste “Giovanna e il funambolico Alfredo”.

La regia dello spettacolo è firmata da Marco Mattolini, mentre Francesco Magali ne è autore oltre che uno dei protagonisti.

Accanto a lui una co-protagonista davvero straordinaria: Ariella Reggio.

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L’ISPIRAZIONE

Il 7 agosto 1974 il funambolo francese Philippe Petit compì la sua impresa più famosa e spettacolare: passò da una torre all’altra del World Trade Center di New York camminando su un cavo sospeso a più di 400 metri di altezza.

Come convive questa vicenda a suo modo epica con Giovanna d’Arco e un pittoresco personaggio di nome Alfredo che nel suo mondo, claustrofobico e pieno di libri, in pigiama e vestaglia, è pronto per andare a dormire?

Convive poiché il nostro protagonista Alfredo, nella sua follia, vuole riproporre quell’impresa, più in piccolo ma sempre a suo rischio e pericolo.

FRANCESCO MAGALI, IL FUNAMBOLICO ALFREDO.

Già dall’inizio il pubblico si trova catapultato nell’universo un po’confusionario e sconclusionato di Alfredo.

Chiamato così come il nonno di cui veniamo a conoscenza tramite gli anedotti, strani ma anche dolci, del nipote.

Magali presta il volto a un personaggio particolare, pregno di poesia; un uomo con grandi sogni ma anche tanti fantasmi e mostri con cui fare i conti.

Mostri che, come si dice in una frase più volte ripetuta all’interno dello spettacolo

mostri che ognuno si porta dentro, da riconoscere ed eliminare prima di essere divorati da essi

Una notte, tra mille incubi, si sveglia e non è più da solo. No, accanto a lui c’è Giovanna D’arco (personaggio ritratto in un quadro sul comò nella camera da letto della nonna di Alfredo).

Questo incontro lo poterà ad uscire dal suo mondo di pura logica per rapportarsi con la sua follia e con la patafisica: la scienza delle soluzioni immaginarie.

ARIELLA REGGIO, ARTISTA A 360 GRADI

Una Giovanna D’arco ormai anziana che ripercorre la sua storia cercando di mettere in guardia Alfredo dai pericoli dell’impresa che vorrebbe intraprendere.

Non solo, i due si scopriranno molto simili: entrambi hanno dovuto e devono fare i conti con i loro mostri, che siano fantasmi o voci

Dopo aver visto lo spettacolo risulta chiaro che il ruolo di Giovanna non poteva che essere affidato alla Reggio.

Un ruolo “nuovo” e apparentemente distante dai soliti portati in scena dall’attrice, che virano più sul versante comico o di teatro dialettale.

Il monologo in cui l’attrice ripercorre i momenti prima della condanna a morte del personaggio è un momento altissimo di commistione tra realtà e poesia e, senza timore di smentita, varrebbe da solo la visione dello spettacolo.

Ecco, la sua Giovanna D’Arco è l’ennesima conferma del grande talento dell’attrice, artista a 360 gradi.

 

 


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