Gli Oblivion tornano al Teatro Colosseo di Torino per due serate  all’insegna del divertimento, con  il loro primo musical comico completamente inedito: La Bibbia riveduta e scorretta, una versione che racconta senza censure i retroscena della pubblicazione del più noto best-seller della storia.

Non li potevamo radunare tutti al telefono, perciò Davide Calabrese si è fatto portavoce del gruppo in questa intervista, nella quale sono stati affrontati  numerosi argomenti,:dal nuovo spettacolo, anche nei suoi aspetti logistici e organizzativi, al percorso artistico dell’intera formazione, fino ad esprimersi sull’attuale situazione del musical in Italia.

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 Come nasce questa “Bibbia riveduta e scorretta”?

Questo spettacolo, come tutti gli spettacoli degli Oblivion, è inutile, nel senso che potete anche non vederlo e nella vostra vita non cambierà nulla. E soprattutto uscirete dal teatro non meno acculturati di prima. Come al solito, noi scegliamo degli argomenti e li trattiamo in maniera bizzarra; in questo caso, abbiamo preso in esame la Bibbia, intesa come Antico e Nuovo Testamento, in chiave Oblivion, quindi una rivisitazione assolutamente scorretta.

 Un paio di esempi?

Per quanto riguarda l’Antico Testamento, questa volta abbiamo focalizzato la nostra attenzione sulla moglie di Noè, che è alle prese con la pulizia di un arca piena di animali, che probabilmente mangiano e sporcano da tutte le parti.

Nel Nuovo Testamento, c’è di tutto, ma siccome in questo spettacolo si celebra l’invenzione della stampa a caratteri mobili, abbiamo sottolineato il fatto che Gesù, completamente assorbito dalle sue attività social, abbia affidato la scrittura dei Vangeli a quattro ghost-writers più alcuni apocrifi.

Oblivion

 Lo spettacolo viene presentato come il primo musical comico inedito degli Oblivion. In che senso?

Sì, è così, perché per la prima volta gli Oblivion firmano la partitura musicale, che contiene canzoni originali. Noi ci siamo sempre occupati di parodie, stavolta invece ci siamo proprio divertiti a scrivere le musiche, composte nella fattispecie da Lorenzo Scuda.

Mentre io con Fabio Vagnarelli e Lorenzo mi sono occupato delle liriche e del testo. Tutte le conoscenze che abbiamo sul musical ci sono tornate utili, infatti gli amanti del genere si divertiranno molto a scoprire tutta una serie di citazioni, come nella migliore tradizione del musical comico. Ad esempio, nel nostro spettacolo, il celebre acuto di Elphaba in Wicked lo fa Abramo nel momento della circoncisione.

 Tutti i componenti degli Oblivion hanno mantenuto l’impronta-musical derivante dalla propria formazione artistica. Tu stesso hai partecipato a diverse produzioni (Tutti insieme appassionatamente, numerose edizioni di Grease….): cosa ti manca e cosa invece non rimpiangi di quel periodo?

Di quel periodo mi manca la spensieratezza di arrivare in teatro alle 17:00, vestirmi scaldarmi, fare un bellissimo spettacolo, andarmene e avere la busta paga a fine mese.

Era qualcosa di molto rilassante; poi, da quando sono diventato Oblivion, quindi in qualche modo, produttore, amministratore, socio di un consorzio, le cose sono diventate più complicate. D’altro canto, non nascondo che essere parte creativa dello spettacolo è una soddisfazione maggiore rispetto a mettere in scena battute scritte da Rodgers & Hammerstein.

Diventa qualcosa di coinvolgente, ma non necessariamente preferibile: mi immagino sempre, a fine carriera, di poter interpretare ruoli da vecchio con enorme piacere… come peraltro mi è già capitato, trovandomi a 26 anni nei panni del Capitano Von Trapp!

 Anche questo spettacolo, come tutto il repertorio degli Oblivion, prevede una lunga tournée in giro per l’Italia: ci puoi raccontare cosa succede quando si programma un tour così importante?

In passato siamo stati molto più produttori di noi stessi, ma quest’anno siamo passati sotto l’ala protettiva di Agidi, che ha prodotto lo spettacolo e lo ha anche distribuito. L’attività di distribuzione è l’aspetto più complicato, ma è anche quello che tutti cercano, perché il distributore fa “il bello e il cattivo tempo”, deve convincere i teatri a inserire lo spettacolo nel cartellone.

A volte siamo stati in teatri rinomati, che però non erano del tutto convinti della nostra proposta artistica, invece in teatri più piccoli abbiamo registrato grandissimi successi e questo è davvero merito del produttore, perché noi artisti spesso nemmeno conosciamo gli spazi dove ci esibiamo.

 Dal punto di vista dello spettatore, che momento sta vivendo il musical in Italia?

Il momento attuale del musical in Italia è paragonabile a quello che sta vivendo nel resto del mondo. C’è un ritorno ai grandi titoli, accompagnata da un a riduzione degli spettacoli; ma questo succede anche nel West End, purtroppo.

Il pubblico preferisce andare a vedere un titolo che conosce, in una nuova versione e con un cast rinnovato. Fino a dieci anni fa, si scommetteva su titoli come Jekyll & Hyde, una produzione del Teatro Stabile d’Abruzzo, alla quale ha partecipato anche Fabio Vagnarelli.: quella fu una scelta coraggiosa.

Gli Oblivion sono Graziana Borciani, Davide Calabrese, Francesca Folloni, Lorenzo Scuda e Fabio Vagnarelli: Lo spettacolo attraverserà l’Italia in tour fino al 31 marzo 2019.

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