Sta riscuotendo tantissimo successo al Teatro Sala Umberto di Roma lo spettacolo pluripremiato: I due papi diretto da Giancarlo Nicoletti con Giorgio Colangeli e Mariano Rigillo. In scena anche Maria Teresa Rossini e Ira Nohemi Fronten che abbiamo intervistato.

- Advertisement -

1) In scena fino al 30 aprile I due Papi con Giorgio Colangeli e Mariano Rigillo, quanto è importante per lei recitare con due mostri sacri?

E’ molto importante e come ogni cosa importante la mia scala di misura può essere infinita, sarà il futuro a dirlo.  Il nutrimento artistico, professionale e personale che ne ricavo mi rende immensamente felice e soddisfatta della mia scelta artistica.

2) Quando le hanno comunicato di aver superato il provino per il ruolo di Suor Sofia, qual è stato il suo primo pensiero?

Spesso accade che quando ricevo una bella notizia vado in “apnea” mentale, ho sentito come se  venissi lanciata in mare aperto e mentre lo facevo mi chiedevo se i corsi di “nuoto” fatti in piscina mi sarebbero stati utili ma, il tempo di interrogarmi, ed ero già dentro l’acqua.

Ricordo l’impegno del regista che all’inizio mi vedeva bloccata. Credo abbia anche dubitato di aver fatto la scelta giusta. Durante le prime prove l’emozione mi aveva tradita perché di fronte a me c’erano Mariano, Giorgio e la favolosa Anna Teresa Rossini. Tutta quella emozione poi l’ho messa nel personaggio.

I due papi - Ira Nohemi Fronten
I due papi – Ira Nohemi Fronten

3) E’ stato difficile calarsi nei panni della Suora a cui il Cardinale Bergoglio confessa di voler lasciare l’incarico?

No, anni fa avevo vissuto, in modo laico,  in un convento e per più di 7 anni ho osservato e ascoltato attentamente il modo in cui le suore si relazionano tra di loro e con i loro superiori. Le gerarchie sono rispettate. La cosa difficile con Suor Sofia è stata per me rompere quella linea gerarchica, perché il mio personaggio crea un legame di confidenzialità con Il Cardinale Bergoglio, ma sono stata ben diretta e credo che il risultato sia perfetto.

4) Cosa pensa dello spettacolo?

Rispondo come artista e poi come attivista.

Penso sia uno spettacolo assolutamente da vedere, per la generosità che offrono due grandi attori. Giorgio Colangeli ad esempio ad ogni replica, quando è nelle veste del neo Papa Ratzinger, piange mentre saluta la folla dando le spalle al pubblico; e di Mariano Rigillo potrei citare tante meravigliose pillole di saggezza, ma ne racconto una…mentre indossa l’abito formale di Cardinale, conquista già appena lo indossa quella solennità messa da parte nella prima scena davanti a Suor Sofia; e che dire di Cicci Rossini che dietro le quinte tiene un oggetto di scena ( il telecomando del televisore) come se avesse in mano la chiave per entrare in un tempio sacro.

E’ uno spettacolo, con un testo profondo, acclamato in tutto il mondo, che scorre con leggerezza e humour. La regia di Giancarlo Nicoletti, curata nei minimi dettagli, mette al primo posto la giusta l’interpretazione di ogni pensiero, e poi c’è una scenografia mozzafiato. Lo spettacolo non delude l’esclusiva fiducia dell’autore Anthony McCarten, le aspettative delle produzioni che hanno investito in questo progetto ne quella pubblico che ci regala ogni sera  lunghi applausi.

E’ uno spettacolo inclusivo, ci sono arrivata grazie ad un provino, quando a teatro i provini ormai quasi nessuno li fa. 

È uno spettacolo che parla a tutti, ma in particolare essendo Io di origine afrodiscendente e latinoamericana, dove il cattolicesimo è molto presente, vedo con piacere tra il pubblico persone con fisionomie di altre origini, peruviani, ecuadoriani, venezuelani, e di diversi parti dell’africa, che vogliono avvicinarsi al teatro. Uno spettatore  proveniente dal Senegal di nome William, era venuto alla prima perché ha visto che c’era un’attrice nera nel cast e mi ha detto: “è la prima volta  da quando sono in Italia che vengo a vedere uno spettacolo teatrale…Questa sera ho sentito per la prima volta che vivevo questa città… 

5) Alla regia un giovane artista: Giancarlo Nicoletti. Come è stata la sua direzione di questo lavoro?

Giancarlo è attento ai minimi dettagli, punta sempre alla eleganza e al rispetto del testo e scelte precise e  per niente scontate. Lavorare con lui rappresenta un percorso importante, è una scuola, mi ha permesso di tornare al teatro e mi ha aiuta a correggere tanti errori che anni di self-tape mi avevano fatto commettere … credo che dopo aver girato con Ridley Scott al cinema e recitato con Giancarlo Nicoletti  a teatro posso ritenermi soddisfatta e pronta per affrontare al meglio questo lavoro. Ho portato a casa ciò che ciascuno voleva, e con grande soddisfazioni.

6) il complimento più bello che ha ricevuto per questo spettacolo?

Da  Alice Lam, amica originaria dall’Uganda: “Nell’intervallo mi sono alzata dalla poltrona subito, volevo che tutti mi vedessero perché che avevo una “sorella”  bravissima sul palco. Sei un motivo per essere orgogliosi…”.

7) Prossimi impegni?

Sono un po’ scaramantica e solitamente non amo parlare del futuro anche se immediato, ma faccio un’eccezione. Durante la pausa da I due Papi, devo studiare altri personaggi uno di questi è ispirato alla scultrice afrodiscendente Edmonia Lewis e sarà presentato al Capri Art 2023.

Poi  parto in tournée per il nord d’Europa con Le Troiane La guerra e I maschi, mentre aspetto il lancio di un’importante serie prodotta da Prime Video e  Wild Side un bellissimo corto Due progetti dove recito ruoli diversi e potenti,  non vedo l’ora che il pubblico possa apprezzare le mie doti comiche e ironiche. 

- Advertisement -

LASCIA UN COMMENTO

Please enter your comment!
Please enter your name here

Moderazione dei commenti attiva. Il tuo commento non apparirà immediatamente.

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.