E’ uscito a maggio ed è fresco di sesta ristampa.

Di cosa sto parlando? De “La vita fino a te” del fumettista, e ormai scrittore a tutti gli effetti, Matteo Bussola, che lo ha presentato la scorsa settimana alla Libreria Friuli di Udine.

Ivana Vaccaroni e Matteo Bussola
Matteo Bussola. Architetto, fumettista o scrittore?

Per chi non lo conoscesse- credo però che ognuno di noi si sia trovato almeno una volta davanti, scorrendo la home di un noto social, uno dei suoi post- nasce artisticamente come fumettista per Bonelli.

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Attualmente si divide fra la vita familiare, la scrittura (che comprende una rubrica su Robinson, inserto de ‘La Repubblica’) e la conduzione radiofonica di “I padrieterni” su Radio 24.

Credo che ben lo identifichi questa descrizione sul sito della sua casa editrice:

Matteo Bussola nella sua vita passata era architetto. A trentacinque anni ha deciso di cambiare tutto. Oggi fa il papà di Virginia, Ginevra e Melania. Per lavoro disegna fumetti, e quando è in debito d’ossigeno scrive.

Quel debito di ossigeno che ogni tanto attanaglia tutti prima o poi nella solita routine; ecco Bussola porta nella quotidianità dei lettori, ascoltatori o in qualsiasi altro modo lo si conosca, una boccata d’aria fresca con i racconti di piccoli momenti di ogni giorno con le sue bambine e la compagna Paola o aneddoti lavorativi.

Il tutto con quella scrittura che la moderatrice della presentazione, Ivana Vaccaroni, ha definito

Una scrittura chiara, semplice, ma non leggera

 

La vita fino a te

Recentemente in un post l’autore raccontava un aneddoto riguardante un viaggio in treno (tra i tanti che prende) e quello che ha colpito, me e i suoi contatti che in tantissimi hanno commentato, è la capacità di apportare uno sguardo nuovo sui normali accadimenti della vita di tutti noi.

“La vita fino a te” è un percorso di formazione sentimentale ma è anche un focus sullo sguardo.

Lo sguardo dedicato alla compagna Paola ma anche quello focalizzato sul viaggio fino all’incontro con essa, uno sguardo non sul passato ma sul tempo in cui noi siamo presenti a noi stessi.

Quel “te” che, come afferma Bussola, rappresenta un nuovo inizio, un momento di rinascita e quell’amore che ci spinge a tirare fuori il nostro meglio, spingendoci a conoscere l’altro.

 

L’amore è davvero un punto di arrivo? Il ‘Vissero per sempre felici e contenti’?

No, forse è la fatica del mentre, tutti quei momenti che fanno in modo che due persone si restino accanto.

L’amore non ti completa ma ti ‘comincia’

 

Finzione e verità?

Per ogni romanzo ci si chiede quanto di vero, o autobiografico ci sia.

Ecco, in questo caso è molto interessante la risposta data dall’autore durante la presentazione.

C’è tanta verità negli scritti di Bussola, ed è forse per quello che i suoi ammiratori continuano a crescere esponenzialmente.

Però di questo nuovo lavoro afferma

in questo libro mi sono accorto che non volevo restare legato al dato autobiografico, anche perché sono coinvolte persone terze.

E’ una piccola illuminazione personale

 

Ultima nota ‘di colore’: il volume è diviso in tre parti, ognuna è definita da un colore che delinea uno stato d’animo.

Il verde dei ricordi, il blu della nostalgia, il rosso della passione…e un quarto colore, quello della rinascita… da scoprire!

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