Quartet: un poker d’assi al Teatro Quirino di Roma fino al 21 ottobre

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Dal virtuosistico talento di Ronald Harwood nasce l’idea di Quartet, una malinconica commedia a lieto fine sull’arte e la senilità in scena al Teatro Quirino di Roma fino al 21 ottobre.

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La trama è esile, quasi inesistente, e si incentra più sul ricordo del passato che sul presente, assai instabile e incerto. In una casa di riposo per artisti arriva Giulia, cantante di fama ed ex moglie di uno degli ospiti. Nonostante l’età, Giulia è una diva capricciosa che scombussola gli equilibri e sembra minare l’armonia di tutti.

Ma i nodi si sciolgono – fin troppo facilmente – e le verità vengono a galla, concedendo al pubblico di capire le motivazioni dei gesti e scelte di una vita apparentemente incomprensibili. Tuttavia l’aria che si respira non è malinconica – non troppo – come ci si potrebbe aspettare in un ospizio, bensì si scala il versante della comicità, della compiaciuta ironia per i difetti e le piccole mancanze, come se il tempo, che pure segna volti e corpi giorno dopo giorno, si fosse fermato.

Senza scavare troppo al fondo di un sentimento o di uno stato emotivo i quattro protagonisti battibeccano, si abbracciano, sorridono o fanno commuovere sino al finale che congiunge i due poli del dramma, arte e vita, nel mitico quartetto del Rigoletto verdiano. Harwood è noto come sublime adattatore di opere letterarie e la trama di Quartet fa sorgere il dubbio che non tutto sia farina del suo sacco.

Quartet - Al Teatro Quirino fino al 21 ottobre
Quartet – Al Teatro Quirino fino al 21 ottobre

Nel 1960 Noel Coward portò in scena una commedia ambientata in una casa di riposo dal titolo “Waiting in the wings”, protagonista una folla di attrici più o meno note – nella realtà come nel testo – e meccanismi drammatici molto simili a quelli di Quartet. Non è certo un plagio, tanto più che alcune dinamiche sono modificate o semplificate, ma le somiglianze sono tante, forse troppo per ipotizzare che sia solo un caso.

All’interno di una scenografica gabbia dorata, giardino d’inverno o salotto d’estate, semplice ma essenziale creazione di Fabiana Di Marco, agiscono i quattro protagonisti: ottimo Giuseppe Pambieri nel disegnare un carattere burbero, ma sentimentale; credibilmente divertito Cochi Ponzoni che dipinge un signorotto comico e satiresco; azzeccata nell’aspetto, ma non in linea con gli altri, la Giulia di Erica Blanc che ha sostituito la prevista Giovanna Ralli; perfetta, invece, è apparsa Paola Quattrini sia nelle esilaranti dimenticanze senili, sia nella ossessivamente comica passione per Addis Abeba, sia nella malinconica rievocazione di un’infanzia infelice per cui ha fatto commuovere tutta la platea.

Solo la sua interpretazione vale da sé tutto lo spettacolo. Statica la regia di Patrick Rossi Gastaldi che ha preferito la parola all’azione, laddove però a volte la parola stentava a decollare: forse per colpa di una trasposizione imperfetta, forse di una mancanza di fluidità fra le parti che sembravano più episodiche e meno unitarie. Dall’allestimento del 2000, con Proclemer e Masiero, a questo attuale ha agito anche, in qualche modo, l’influenza della versione cinematografica, nell’immaginario iconografico così come nella scelta dei ritmi comici e certamente negli abiti “very british” curati da Teresa Acone.

Quartet

9.21 ottobre

Bis Tremila / Compagnia Molière

in collaborazione con Festival Teatrale di Borgio Verezzi

presentano

GIUSEPPE PAMBIERI

PAOLA QUATTRINI

COCHI PONZONI

e con ERICA BLANC

QUARTET

di Ronald Harwood

regia PATRICK ROSSI GASTALDI

scene Fabiana Di Marco

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