Chi è Salvatore Giuliano, il “Robin Hood nazionale”?

Siamo in Sicilia, tra gli anni Quaranta e Cinquanta.

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Chiamato anche Turiddu, Salvatore ha iniziato la sua attività criminale nel settembre 1943, uccidendo un carabiniere che lo voleva arrestare, diventando così un vero bandito.

Qualche anno dopo, nel 1945, Giuliano entra a far parte dell’Evis, Esercito Volontario per l’Indipendenza della Sicilia, ottenendo il grado di colonnello e iniziando a combattere una dura guerriglia contro le forze dell’ordine.

Salvatore Giuliano è uno dei primi interlocutori che dialogano sia con lo Stato che con la Mafia, un vero e proprio punto di connessione.

E’ anche un personaggio che affascina la politica che, con l’inganno e con la promessa di grandi cose, lo porta a partecipare alla strage di Portella della Ginestra, avvenuta il Primo maggio 1947.

A Portella della Ginestra, si sono infatti radunati per la Festa del Lavoro comunisti e socialisti con le famiglie.

Salvatore Giuliano e la sua banda aprono il fuoco e una giornata di festa si rivela una strage.

Imputato unico è proprio Salvatore, il bandito di Montelepre.

Ma, se il movente dell’atto è chiaro,- indebolire le forze della Sinistra-, meno chiaro ancora ai giorni nostri è chi siano i mandanti.

Resta inoltre il mistero sulla fine di Salvatore. Se da una parte si è detto che fosse caduto in un conflitto a fuoco, dall’altra viene portata avanti una tesi per cui Salvatore potrebbe essere stato vittima di tradimento da parte di uno degli appartenenti alla sua banda.

Il reclutamento da parte dell’esercito separatista, il rapporto con la sorella Mariannina (maggior attivista politica tra i due), l’avvicinamento da parte della politica, la strage di Portella e la sua morte sono al centro delle rappresentazioni su cui verteranno le prossime righe.

Tre approfondimenti per un’unica storia

Come spesso accade, personaggi così controversi e allo stesso tempo carismatici, raramente sfuggono all’interesse da parte di artisti, registi, scrittori e sceneggiatori, i quali contribuiscono ad alimentarne la leggenda. Salvatore Giuliano da Montelepre non fa eccezione.

Nei primi mesi del 2020 e in questi giorni si sono susseguite tre occasioni di approfondimento del personaggio in questione.

La prima occasione è avvenuta a inizio gennaio quando, a Milano, a parecchi anni dall’ideazione e dalla prima edizione è andato in scena al Teatro Nuovo l’allestimento del musical a lui dedicato a cura della Compagnia della Marca.

Compagnia della Marca guidata da Roberto Rossetti, il quale era già presente in una delle versioni precedenti e che ha affidato il ruolo del protagonista e della sorella rispettivamente a Francesco Properzi e Monia Censi.

Una rappresentazione che ha visto giovani professionisti e veterani del panorama italiano del musical e riprendere in mano quel tesoro che sono e rimarranno sia l’opera nel suo insieme che la colonna sonora, impeccabile, a cura di Dino Scuderi.

Pur essendo una produzione “fresca”, l’edizione 2020 non ha nulla da invidiare alle edizioni precedenti.

Allestimenti precedenti

Edizioni come la prima del 2001, che vedeva nei panni del bandito Giuliano Giampiero Ingrassia affiancato da Tiziana Tosca Donati a interpretare la sorella.

Lo stesso Ingrassia è tornato a interpretare il bandito Giuliano in una seconda tournee svoltasi nel 2011 nella quale nei panni di Mariannina c’era un’artista del calibro di Barbara Cola.

In periodo di quarantena in cui si cerca di impegnare il tempo, gli artisti e il cast creativo di quella che fu tra le prime edizioni hanno voluto fare una regalo al pubblico.

E’ stata trasmessa infatti in diretta one shot (online solo per poche ore lunedì 13) proprio una delle repliche del 2011, nello specifico quella andata in scena all’Arena Maniace di Ortigia (Siracusa).

Il cast, costituto tra gli altri da Luca Notari, Piero di Blasio, Pierluigi Misasi, Elisabetta Tulli, Valentina Gullace, Stefania Fratepietro è di un livello straordinario, tanto da sconvolgere e da non sembrare neanche un’esecuzione live.

Il bandito Giuliano visto da Francesco Rosi

Un approfondimento storico giornalistico è andato in onda su RaiTre martedì 14 aprile, durante il quale è stata proposta una replica di “Passato e Presente” dedicata interamente alla figura di Salvatore Giuliano.

La figura del bandito Giuliano è analizzata attraverso il dialogo del conduttore Paolo Mieli, dei dottori presenti nella varie puntate e dall’esperto Salvatore Lupo.

Nella puntata in oggetto viene in primo luogo commentato il Salvatore Giuliano personaggio storico e successivamente la versione cinematografica su Giuliano che viene data dalla pellicola del ’62 a cura di Francesco Rosi.

Un elemento ulteriore emerge infatti: Giuliano non è mai ripreso frontalmente e non viene quasi ripreso se non nella scena della sua morte.

Ciò sembra finalizzato all’evitare che la sua figura susciti una qualche forma di spirito di emulazione o empatia nello spettatore.

Un personaggio caratterizzato, ancora oggi, da luci e ombre

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