di Annalisa Civitelli

 

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Una mini conferenza stampa tenutasi l’11 giugno per presentare il programma estivo del Teatro Kopò, locato in una delle più popolose periferie romane, che si concluderà il 27 luglio.

Nove mesi di successi da quando ha aperto le porte ed il sipario a giovani compagnie di attori, facenti anche parte di Associazioni Culturali e Collettivi, quali per esempio Alibi – Artisti Liberi Indipendenti – di Lecce.

Come ha tenuto a precisare Francesca Epifani, direttrice artistica, il Teatro investe in compagnie, vale a dire che, chi lavora all’interno dell’organizzazione, non richiede alcun compenso per l’affitto della sala alle compagnie che ne necessitano.

Puntando, così, alla qualità degli spettacoli offerti, si varia dal classico, al contemporaneo, al sociale e alla genialità delle idee.

La stagione estiva è stata pensata per non far abbassare l’attenzione su questo spazio neo-nato, il quale ospiterà vari artisti, poliedrici, che con tanta fantasia e tenacia, volontà e voluttà, intrepidi ed intraprendenti, seguono le loro strade con i loro progetti.

Invito così a non perdere l’occasione di andare a guardare qualcosa di particolare e di ben fatto perché il teatro non è solo per gli addetti ai lavori, ma abbraccia qualsiasi fascia di età.

Il debutto è affidato a Patrizia La Fonte, che dal 13 al 15 giugno, porta in scena lo spettacolo “Maturina Fantesca”. Domestica erede di Leonardo da Vinci per “due ducati e due vestiti”, Maturina è realmente esistita e viene citata nel testamento di Leonardo, ma di lei si sa poco o nulla. Perciò la si immagina semplice, a volte comicamente ingenua, ma saggia e abile, che ha una propria idea su cose e persone e non mancherà di raccontarle al pubblico nel suo monologo, svelando anche molti aspetti della personalità del Maestro.

Dal 19 al 22 giugno sarà in scena una produzione del Teatro Kopò: “Sono nato per volare” spettacolo diretto e interpretato da Giuseppe Arnone.

Vincenzo Diodato, bambino di 10 anni siciliano che vive a Bologna, racconta, con passione e nel suo dialetto siciliano, familiare e comprensibile, il suo grande sogno. Abbandonandosi ai sapori e agli odori delle arancine e della caponata preparate dalla nonna e al suono delle favole raccontate dalla mamma, Vincenzo fa vivere allo spettatore il suo sogno: volare con lo stesso aereo che gli è stato regalato quel natale del 1979.

Dal 26 al 29 giugno è la volta di una commedia musicale romana. “La storia de Giulietto, Marisa e della mano in chiesa”, per la regia di Mauro Simone, di e con Elisabetta Tulli. Lo spettacolo racconta la Roma degli anni ’50, dove Marisa, la protagonista, nel tentativo di opporsi al matrimonio combinato con Giulietto, il pizzicarolo del quartiere, trova l’amore vero. Tra racconti, scherzi e fraintendimenti, non mancheranno le più celebri canzoni della musica romana che accompagneranno la storia.

La prima settimana di luglio vede protagonisti in scena la Compagnia del Nano Egidio che, il 2 e il 3 luglio, presenterà la prima stagione di Nano Egidio, ovvero lo spettacolo “Nano Egidio Season One” e dal 4 al 6 luglio darà vita alla seconda stagione,  Nano Egidio Season Two”.

Quella di Nano Egidio è una serie come quelle che si vedono in Tv, solo è che in teatro. Nello specifico la prima stagione – Season One -pone le sue basi su tre elementi fondanti: i miti, il gioco e i telefilm. Lo spettacolo è modulare e prende di mira i linguaggi delle serie televisive, riorganizzandoli in un format teatrale dalla profonda verve comica. Vengono mescolati sketch, teatro di figura, comicità di situazione in un format che si articola in più episodi: “Un c.a.s.o. piccolo piccolo”; “Dottor Dotto Anatomy” e “Romanzi criminali”.

La Season Two ci porta esattamente ad un anno dopo le vicende narrate nella prima stagione. Nano Egidio farà scoprire allo spettatore che il “..vissero tutti felici e contenti” è una bugia, un’illusione, una frase dice quando si è stanchi di raccontare una fiaba.

Criminalità, violenze, politici corrotti, droga, rapine fanno il brutto e il bruttissimo tempo, Nano Egidio e tutta l’allegra combriccola avrà il suo bel da farsi.

Dal 17 al 20 luglio sarà la volta della Compagnia Alibi di Lecce, che presenterà “Ciò che vide il maggiordomo” di Joe Orton.

Lo studio dello psicanalista – il dottor Pentice – si trasforma in uno spazio teatrale per una serie di situazioni “piccanti” e imbarazzanti, dando vita ad una farsa dal ritmo sferzante e graffiante e mettendo a nudo l’ipocrisia della borghesia degli anni sessanta.

Chiude la stagione estiva la Compagnia Teatro Parpignol di Reggio Emilia, che dal 25 al 27 luglio porta in scena “Madamoiselle Papillon” di Stefano Benni.

Rose, la protagonista, è una ragazza curiosa e introversa. Vive in campagna catalogando rose e farfalle, nel suo mondo semplice e innocente. Attorno a lei tre strani personaggi “viscidi, corrotti e senza scrupoli” che tenteranno di corrompere la sua purezza. Lo spettacolo lascia lo spettatore fra sogno e realtà e dà spunti di riflessione sulla società attuale e sulle sue contraddizioni più intime e laceranti.

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