Tre Terrieri, se i partiti italiani guidassero una fattoria come fratelli

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Dal 25 al 30 Novembre è andato in scena al Teatro Trastevere di Roma Tre terrieri – La fattoria politica.

Roberto Di Marco, Fulvio Maura e Angelo Sateriale sono i protagonisti di questo brillante spettacolo, diretto dai tre, trasposizione integrale dell’omonimo corto vincitore del concorso “Autori nel cassetto, attori sul comò 2013” e versione teatrale della serie web “Tre Terrieri – La politica terra terra”, prodotta con il sostegno di un crowdfunding diffuso in rete.

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Successo di pubblico al Roma Fringe Festival 2014 dove ha ricevuto la nomination come “Migliore Drammaturgia”.

Lo spettacolo si muove attorno alle vicende dei fratelli Doppiopetto (Angelo Sateriale), Vater (Fulvio Maura) e Taleggio (Roberto Di Marco).
Dopo la morte dei genitori, i tre si ritrovano a dover gestire assieme la fattoria di famiglia senza però possedere né il carattere né le conoscenze per prendersene cura in modo adeguato.
Doppiopetto, donnaiolo ed esperto nell’affidare ogni lavoro manuale a qualcun altro, passa le giornate a raggirare il fratello Vater, così da non essere cacciato per la sua pigrizia, convincendolo che solo loro due, lavorando assieme, possono riuscire a governare la fattoria e gli animali che la abitano.
Taleggio, tornato a casa dopo anni di assenza e totalmente ignorante sul come lavorare la terra, è convinto di essere l’unico figlio degno di ereditare la proprietà di famiglia e per questo spende il suo tempo ad arringare gli animali per poterli mettere contro i propri fratelli.
Infine Vater,l’ unico dei tre ad aver passato la vita a lavorare in fattoria ed in grado di gestirla da solo ma che, per mancanza di carattere e per le voci interne che gli danno suggerimenti sempre opposti fra loro, viene costantemente comandato da Doppiopetto e Taleggio.
Nonostante le differenze, i tre fratelli dovranno trovare un modo per poter convivere e gestire al meglio la fattoria.

Ispirato alla “Fattoria degli animali” di George Orwell, anche qui ritroviamo la metafora della fattoria come rappresentazione della nostra società.
In questo scenario, nel quale il popolo  si ritrova sostituito da galline e muli, i giudici dai cani da guardia e i padroni non più dai maiali ma da normali contadini, anche i partiti italiani subiscono un’eccellente personificazione e caratterizzazione raccogliendo ogni loro sfumatura nelle figure dei tre fratelli.
Riflettendo alla perfezione l’odierna situazione italiana, “Tre Terrieri” riesce a mettere in ridicolo l’intera classe politica mostrandola nella sua ipocrisia e mediocrità. Nelle parole tanto lontana dal popolo che dovrebbe governare, rappresentato dal latinorum manzoniano parlato da Taleggio, ma nelle azioni estremamente vicina alla parte negativa della società, come Doppiopetto e Vater nel loro appropriarsi delle uova delle galline a scapito del benessere della fattoria.
Profondo e divertente, “Tre Terrieri” è sicuramente da inserire nella lista degli spettacoli da andare a vedere.

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