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Terza giornata di Link, festival del giornalismo in Piazza Unità d’Italia a Trieste, archiviata.

Al centro approfondimenti sul passato (ma neanche tanto), con un incontro su Sarajevo e i trent’anni dal suo assedio o sull’ “ultimo Zar”, raccontato dal direttore del TG2 Sangiuliano.

Ma soprattutto sui cambiamenti dell’informazione e le fake news.

Gli inviati e i giornalisti che raccontano questa guerra posso anche essere una sorta di soldati al fronte, che possono combattere per la pace

Giovanna Botteri

Inviati al fronte: il racconto della guerra

A raccontare il giornalismo in questa terza giornata di Festival, in primo luogo gli inviati al fronte, che combattono per la pace, dando voce alle persone che intervistano, come affermato da Angela Caponnetto, inviata di RaiNews24 dalla Moldova.

In un incontro dedicato a Marco Luchetta, Saša Ota e Dario D’Angelo, sono intervenuti in collegamento, insieme alla Caponnetto: Lucia Sgueglia, in partenza per Kiev e Giammarco Sicuro da Dnipro.

In presenza dalla Fincantieri Newsroom, a dialogare con loro, il direttore della Testata Rai Giornale Radio e Radio Uno, Andrea Vianello e Giovanni Marzini, giornalista e direttore di Ies Magazine.

A loro il compito di esaminare le difficoltà del portare, come fatto da Vianello, il GR in diretta dall’Ucraina alla seconda settimana di conflitto.

Un momento in cui si erano un po’ perse le informazioni, l’Ambasciata a Kiev era andata via e i colleghi arrivati a Kiev, erano arrivati quasi in un buco nero. Io ho sentito l’esigenza di fare qualcosa di più.

Andrea Vianello

Ma anche del lavoro sul campo: l’accoglienza; il dialogo con le cittadine e i cittadini dei territori che si trovano a raccontare; l’imprescindibile collaborazione con i producer locali; la paura, motore per restare sempre all’erta.

La paura ti tiene in vita, se non avessimo paura rischieremmo

Giammarco Sicuro

Dal racconto della guerra al racconto dell’attualità su carta stampata, alla radio e alla tv

Come sta cambiando l’informazione? Si è cercato di analizzare il presente e il futuro dell’informazione proprio nell’incontro guidato da Carlo Muscatello con tre direttori e direttrici: Simona Sala, Direttrice del TG3 della Rai; Agnese Pini, direttrice de La Nazione; Andrea Montanari Direttore di Rai Radio 3.

Sì siamo passati dalla carta stampata alla radio prima e alla tv in seguito.

Al contempo la crisi dei giornali e del loro potere per due motivi che indica Agnese Pini: la mancanza di capitale e di uomini e donne.

Il mestiere del e della giornalista affascina da sempre le più giovani e i più giovani, che ora si trovano ad affrontare la precarietà, soprattutto in questo momento, scegliendo strade e percorsi alternativi.

Poi l’avvento dei nuovi media e dei social che hanno rivoluzionato la percezione dell’informazione.

Lasciando spazio allo sviluppo e al dilagare delle fake news.

Non è vero ma ci credi

Non un fenomeno recente ma una forma di mistificazione della realtà che esiste già dalla notte dei tempi.

Lo ha raccontato nell’intervento Non è vero ma ci credi, all’interno di Link on Stage, il direttore di Rai3, Franco Di Mare.

Un excursus nelle fake news che hanno cambiato il corso della storia: dal falso Editto di Costantino all’invasione degli alieni, scherzo di Halloween da parte di Orson Welles.

La popolazione si è spesso trovata di fronte a bugie o a notizie errate, che spesso però sono state tanto più credibili quanto si avvicinavano a ciò a cui le persone volevano credere.

Dalla falsa donazione alle fake news, che siano sulla guerra o sulla salute ad esempio, il passo sembra gigantesco ma è breve.

Un progressivo sdoganamento di verità alternative, termine introdotto con la presidenza statunitense di Trump. 

Sdoganamento pericoloso, soprattutto in tempi di propaganda anche bellica, e a cui prestare la massima attenzione. 

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