La mia vita con Dalí di Amanda Lear

Il libro, edito da il Saggiatore (360 pagine), risulta essere una lettura del tutto agile e scorrevole. Imperdibile per gli amanti del genere biografico, capace di restituire in toto un ritratto inedito di Salvador Dalí, Marchese di Pùbol, all’anagrafe Salvador Domingo Felipe Jacinto Dalí i Domènech. Iconico pittore surrealista, scultore, scrittore, fotografo, cineasta, designer, sceneggiatore. Geniale, come si è rivelata esserlo anche la multiforme autrice. Una artista ed una donna tagliente, colta, ironica e affascinante.

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Il testo ripercorre i lunghi anni di sodalizio vissuti dalla Lear con l’artista spagnolo, conosciuto nell’autunno del 1965 a Parigi, quando lei diciassettenne si manteneva agli studi presso le Belle Arti posando come indossatrice.

Pagina dopo pagina, il testo dischiude uno scrigno di aneddoti e racconti inediti, cui fa da contraltare un evocativo inserto fotografico. La movimentata vita della coppia – decisamente glamour – nei loro spostamenti tra Parigi, Londra, Madrid, New York – e l’amata Cadaquès, dove si trova il suggestivo castello del pittore sulla Costa Brava, riporta al lettore la memoria della corte di Dalí, le frequentazioni illustri, il ballo surrealista, il rapporto con la moglie Gala, gli aneddoti sulle visite a musei e a luoghi di incontro esclusivi per l’epoca.

Senza tralasciare le considerazioni provocatorie e “scandalose” del pittore su arte, politica, religione e sesso.

Amanda Lear, oggi pittrice, cantante, attrice e conduttrice televisiva internazionale di grande successo, ha saputo narrare con garbo e discrezione, senza mai cadere nel “gossip”, l’esistenza del suo mentore.

“Da questo momento non ci lasceremo mai, lo sa?”

Con queste parole Salvador Dalí saluta Amanda Lear dopo il loro primo pranzo insieme a Parigi.

Si erano conosciuti soltanto la sera prima, un giorno d’ottobre del 1965, in un ristorante di rue Princesse.

Le prime impressioni che l’artista sortisce su Amanda Lear non sono affatto lusinghiere, lo considera presuntuoso nei suoi modi cerimoniosi e ridicolo con quei suoi baffi impomatati, ma il fascino che emana la sua figura, la sua estrema vitalità, il suo modo di osservare la realtà finiscono per conquistarla.

“Lei ha proprio un bel cranio” sarà il primo, bizzarro complimento che le rivolgerà: nessuno le aveva mai detto che aveva un bel cranio.

Comincia così una relazione in cui Amanda Lear diventerà per Salvador Dalí una “musa”, un “angelo”, un “papavero orientale” da proteggere, amare e trasfigurare nei suoi dipinti.

“La mia vita con Dalí” è la storia sentimentale di un incontro complice tra due grandi menti, che al pari di quadri viventi hanno trasformato la percezione del mistero visionario ed eclettico in un esclusivo rapporto di coppia.

Ne esce così un rispettoso ed appassionato ricordo di Dalí, ed un sincero omaggio alla straordinaria, poliglotta e movimentata vita della Lear.

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