È scabroso le donne studiar…

Son dell’uomo la disperazion…

Dentro e fuori mistero esse son…

Donne, donne eterni Dei!…

Cherubin dal visin tutto ciel,

Dalla sguardo più dolce del miel,

Rosse, brune, corvine o biondine che fa?

L’uomo sempre burlato sarà

(Marcia: ” È scabroso le donne studiar” – La Vedova allegra)

 

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Quando debuttò nel  1905 La Vedova allegra, operetta in tre atti di Franz Lehár, su libretto di Victor Léon e Leo Stein, fu un successo clamoroso e, se ancor oggi riempie i teatri è per il ritmo vivace e le melodie accattivanti che accompagnano la storia.

La trama è un intreccio di equivoci d’amore; un ventaglio è il responsabile dei fraintendimenti che ruotano attorno ad uno spassoso intrigo per far sposare una giovane e bella vedova facoltosa.

Prova attoriale ardua e impegnativa, l’operetta esige artisti completi in grado di cantare, recitare e danzare ed è la vera madre del musical.

La Compagnia di Operetta Teatro Musica Novecento ha presentato La Vedova Allegra al Teatro Magnani di Fidenza, per la regia di Alessandro Brachetti.

La vedova allegraTre ore di spettacolo che hanno divertito il numerosissimo pubblico presente in sala. Accompagnati dall’ Orchestra “Cantieri d’Arte” diretta dal M. Stefano Giaroli, dal Corpo di Ballo Novecento con le coreografie di Salvatore Loritto e dal Coro dell’Opera di Parma diretto dal M. Emiliano Esposito, i cantanti e attori hanno dato luogo ad una rappresentazione coinvolgente.

La parte di Hanna Glavary, la vedova allegra, è stata affidata alla  bella soprano brasiliana Susie Georgiadis, mentre Giulio Boschetti ha esordito nel ruolo del conte Danilo Danilovich, antica fiamma di Hanna su cui vertono le manovre per far riaccendere l’amore fra i due.

La parte di Valencienne è stata interpretata dalla brava e spumeggiante soubrette Scilla Cristiano. Lo scanzonato ruolo del viveur Camillo de Rossillon è stato affidato all’ottimo tenore Angelo Scardina e Marco Falsetti ha “duettato” con Silvia Felisetti, rispettivamente nei ruoli del Capitano Kromov e di sua moglie.

Le argute gag tra il Barone Zeta (Fulvio Massa) e il suo cancelliere Niegus hanno divertito e trascinato il pubblico, grazie alla sapiente regia di Alessandro Brachetti, il comico della compagnia,  che ha anche interpretato il ruolo di Niegus.

un lavoro di improvvisazione sul testo che si snoda in quindici anni di rappresentazioni” ha spiegato “basato su una sorta di canovaccio da commedia dell’arte, con alcune battute che diventano testo fisso e altre che variano in base alla risposta del pubblico.

Uno spettacolo intramontabile, gradevole, per dimenticare per qualche ora gli affanni dell’esistenza, orchestrato con grande maestria.

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