Massimo Murru, una perla preziosa nel nome della danza

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Massimo Murru nasce a Milano dove inizia a studiare danza alla Scuola di Ballo del Teatro alla Scala, sotto la direzione di Anna Maria Prina, diplomandosi brillantemente nel 1990 danzando il ruolo di Franz in Coppelia. Subito entra a far parte del Corpo di Ballo del teatro scaligero.

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Nel 1994 Elisabetta Terabust, ai tempi direttrice del ballo scaligero, lo promuove primo ballerino al termine della prima recita de “L’histoire de Manon” di Kenneth MacMillan e da quel momento la sua carriera prende il volo, interpretando tutti i ruoli principali del grande repertorio classico con i più grandi coreografi; primo fra tutti Roland Petit che lo eleva a suo interprete preferito facendogli interpretare parte dei suoi celebri titoli, come la “Carmen”, “Il pipistrello” con Alessandra Ferri, “Proust, ou Les intemittences du coeur”, “Notre-Dame de Paris” che lo porta a danzare, prima étoile italiana ospite, all’Opéra di Parigi.

Nel 1996 per lui Petit firma “Chéri”, con Carla Fracci, “Bolero”, e poi “Le lac de cygnes et ses maléfices” e l’assolo “Les feuilles mortes”.

Nel frattempo Murru interpreta tutti i grandi classici: Lo Schiaccianoci, Il lago dei cigni, La Bella addormentata, Cenerentola, Giselle, La Sylphide, La Bayadère, Romeo e Giulietta, Études, Petruskha. Al fianco di Carla Fracci si esibisce in “La vedova allegra”. Poi è la volta de Il rosso e il nero di Uwe Scholz, La bisbetica domata, Winter Dreams, Marguerite et Armand, A Month in the Country, Ondine, Agon, Apollo, I Quattro Temperamenti, Sogno di una notte di mezza estate.

Nel 1997 Mats Ek gli affida il ruolo di Albrecht in “Giselle” e per il debutto della sua “Carmen” nel repertorio del Royal Ballet, quello di Don José, con Sylvie Guillem al Covent Garden di Londra.

Inoltre, nel 1998 insieme a Ferri, Guerra e Richardson, interpreta “Quartetto”, prima creazione di William Forsythe per il Teatro alla Scala e, sempre alla Scala, inaugura la stagione di balletto con “Cenerentola” (coreografia di Nureyev) insieme ad Alessandra Ferri.

Al Teatro alla Scala è poi protagonista di “Daphnis et Chloé” di John.

Lavora con i massimi coreografi, tra i quali Kenneth MacMillan, Nureyev, Mats Ek, Natalia Makarova, Harald Lander, Uwe Scholz, John Cranko, George Balanchine. Maurice Bejart.

Si è esibito nei principali teatri mondiali: il Covent Garden di Londra, l’Opéra di Parigi, il Lincoln Center di New York, la Deutsche Oper di Berlino, il Colon di Buenos Aires, l’Opéra di Marsiglia, l’Opera di Città del Messico, il Teatro dell’Opera di Roma, il Comunale di Firenze, il Teatro Massimo di Palermo, l’Arena di Verona, il San Carlo di Napoli, il Carlo Felice di Genova, il Bellini di Catania e La Fenice di Venezia, danzando al fianco delle più celebri stelle della danza internazionale come Luciana Savignano, Altynai Asylmuratova, Susan Jaffe, Lucia Lacarra, Maria Jemenez, Dominique Kalfouni, Greta Hodkinsons, Margaret Illmann, Simona Noja, Isabelle Guerin, Viviana Durante, Silvia Azzoni, Tamara Rojo, Aurelie Dupont, Alina Cojocaru.

Ha preso parte in Giappone, all’8° e 9° Ballet World Festival con la creazione di Roland Petit “Les Feuilles Mortes” e sempre nel paese del Sol Levante ha danzato nella Carmen di Alonso con Ciaravola e nella Petit Mort di Kylian con Guillem.

Nel 2001 danza nel “Proust” di Roland Petit e debutta con il Royal Ballet di Londra nel balletto “Month in the Country” insieme a Sylvie Guillem.

Prende parte alla trionfale tournée statunitense del Corpo di Ballo del Teatro alla Scala con “Giselle” di e con Sylvie Guillem e con la “Carmen” di Roland Petit.

Nel dicembre 2003 è nominato étoile del Teatro alla Scala. Massimo esporta il talento italiano sulle maggiori ribalte internazionali dai classici di repertorio alle creazioni contemporanee, distinguendosi non solo per tecnica, ma anche per grande spessore e intelligenza interpretativa.

Nel marzo 2004 è invitato, nell’ambito del quarto Festival Internazionale di Balletto a danzare “La Bella addormentata” al Teatro Kirov di San Pietroburgo accanto a Diana Vishneva.

Sempre nel 2004 danza con Sylvie Guillem “Histoire de Manon” in una memorabile edizione con Anthony Dowell e sempre con Guillem “La Sagra della primavera” di Maurice Bejart agli Arcimboldi. Ormai fra i partner di elezione di Sylvie Guillem, nel 2006 danza con lei alla ROH “Romeo e Giulietta” di MacMillan accompagnandola nella sua ultima serata nel tempio del balletto inglese.

Al fianco di Roberto Bolle e Alessandra Ferri ha danzato alla Scala nel 2007 il famoso balletto “Sogno di una notte di mezza estate” di George Balanchine. Nello stesso anno affronta “Le Parc” di Preljocaj con Aurelie Dupont e “La Dame aux Camelias” di Neumeier, indimenticabile in coppia con Emanuela Montanari.

E’ la volta poi nel 2008 di “Mediterranea” di Bigonzetti e di “Arlesienne” di Petit. Sempre nella coreografia di Petit dà prova di una perfetta cifra stilistica nel “Pink Floyd Ballet”.

Nel 2010 è un meraviglioso e travagliato “Onegin” con Emanuela Montanari (era stato Lensky all’inizio della carriera). Affronta nello stesso anno uno dei ruoli più incisivi e profondi della sua carriera quello del Cavaliere nello “Chant du Compagnon Errant” creato da Bejart per Rudolf Nureyev.

Nel 2011 riprende “Histoire de Manon” per l’ultima apparizione trionfale di Guillem alla Scala in una serata destinata a restare nella storia della danza.

Nel 2012 interpreta con Emanuela Montanari “Marguerite e Armand” e nel 2013 riprende “Notre Dame de Paris” dove interpreta magistralmente il ruolo di Quasimodo.

Ultimamente Murru compare sempre più raramente nel cartellone scaligero per scelte talvolta difficili da comprendere da parte della Direzione del Ballo ed è spesso in tournée nei paesi asiatici con Sylvie Guillem con la quale è apparso in spettacoli quali “Rearray” appositamente creato per loro da Forsythe “A month in the Country” e “Marguerite et Armand” di Ashton (ad Atene), la “Carmen” di Mats Ek e “Push” di Russel Maliphant.

Massimo Murru è una perla preziosa, un vero inno alla danza nel nome di Tersicore, un meraviglioso e intenso interprete, magnetico e ricco di pathos, che ha fatto grande la danza italiana nel mondo senza il clamore dei media e con tutta la discrezione e l’eleganza che fanno parte del suo carattere schivo e riservato.

(con l’amichevole collaborazione di Monica B. e Orsola G.)

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