TRINCEA DI SIGNORE

In teatro come a casa: è la prima sensazione che si prova quando si entra al Teatro Millelire di Roma ( in via Ruggero de Lauria, 22)  e la medesima quando si accendono le luci e in scena ci sono due grandi attrici che ti fanno sentire parte della loro vita, grazie alla loro naturalezza e generosità: Lydia Biondi e Mirella Mazzeraghi.

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E’ quello che è successo ieri, 1 ottobre, con il debutto di Trincea di signore, scritto da Silvia Calamai per la regia della Biondi.

Viene definito un testo inquietante, beckettiano, sul confine delicato di un certo “teatro dell’assurdo”… io aggiungerei metaforico. Due donne intrappolate in casa da un’alluvione che non dà tregua. Se vogliamo, quasi due caratteri opposti: una, frivola, leggera, ma molto sensibile e sentimentale, che vive confondendo la sua realtà con quella della sua fiction preferita, l’altra morbosamente legata a ciò che di reale la circonda, ai notiziari, al da farsi.

Parlano, si confrontano, ricordano e vivono una situazione di stasi mentre fuori accade l’impossibile. Ogni argomento trattato rimanda ad altro,la cupola che pian piano scompare dalla loro vista può assumere significati del tutto personali così come il livello dell’acqua che, aumentando senza lasciare altro scampo se non la fuga, mette un punto alle decisioni da prendere.

Una soluzione fantasiosa e infantile che, inaspettatamente, viene suggerita dalla terrena e pragmatica delle due.

Sono belle da vedere e da ascoltare, la loro complicità  le rende ancor più magnetiche e maestre della scena.

Nonostante gli intoppi tecnici degni di una prima, si capisce che il testo, come lo spettacolo, ha molto da dire…forte la curiosità di tornare per vedere l’opera dopo una settimana di repliche…

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