Banksy di Gianluca Marziani e Stefano Antonelli

L’artista che si è fatto fantasma!

Giunti Editore ha dato alle stampe il prezioso, e per certi versi “unico” libro (nella collana “Atlantissimi”, 240 pagine illustrate a colori, con rilegatura), sull’artista inglese “sconosciuto più celebre al mondo”.

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La street art nel tempo è diventata una autentica forma di espressione, un linguaggio e dizionario universale in grado di catalizzare i sentimenti e i pensieri di ognuno noi. Ciò succede maggiormente con artisti del calibro di Banksy.

Il libro si trasforma così in un percorso dettagliato da numerose evocative opere d’arte dell’artista più misterioso di tutti i tempi, che ha saputo ritagliarsi un piedistallo di assoluta visibilità, conquistando il pubblico con uno sguardo pieno di umorismo. Ma anche con una dissimulazione che lo ha portato ad “esporre” argomenti più svariati, puntando principalmente alla denuncia, e alla protesta.

Il piano letterario dell’opera è ricco e si sviluppa in diversi paragrafi che toccano le radici, il punk, il vandalismo (educato), l’auto-narrazione, le citazioni, il linguaggio, le affermazioni sull’anima del successo e molto altro, prefigurando alcune tra le maggiori creazioni, ad esempio “La ragazza con il palloncino, “Queen Diana”, Bird with a Grenate” ecc.

Tra le numerose curiosità riportate, a cura di Marziani e Antonelli, si scopre che dal 2003 l’artista pratica l’auto-esposizione, cioè entra pagando il biglietto in musei altolocati (ad esempio la Tate Gallery di Londra) e incolla sulla parete un proprio dipinto, dando così inizio ad una inedita forma di promozione. Infatti questa sorta di clandestinità accompagna Banksy in luoghi fino a quel momento inviolabili.

Artista e writer britannico, attivo fin dagli anni novanta, ha tempestivamente creato il suo mito con uno stile provocatorio, nonché quella costante ricerca dell’incorporeità. La sua fama infatti non è dovuta solo all’espressione e all’applicazione dell’abilità creativa, ma la si trova principalmente nella sua (non)identità che, nonostante il successo, continua a rimanere ignota ai più.

Nel corso degli anni, Banksy è divenuto il più popolare artista di graffiti, mutando le strade e piazze di tutto il mondo: da Berlino a Timbuctù, da Londra a New York, da Gaza a Tokyo, in enormi tele.

Il suo lavoro ha generato anche non poche divergenze, e spesso è stato al centro di accesi dibattiti. L’artista, per mezzo delle sue opere, ha criticato la politica, la società, il consumismo… senza risparmiare il settore dell’arte. I suoi messaggi sono contro la guerra e i regimi autoritari, a favore di quel diritto sacrosanto alla facoltà di pensare, di operare, di scegliere a proprio talento, in modo del tutto autonomo.

Nel 2010 è stato descritto dal “Times Magazine” come una delle prime cento figure influenti sul pianeta. “Esegue arte per strada per evitare gli eccessi del sistema guidati dal mercato (…) il mercato dell’arte servirà sempre per ultimo gli interessi dell’artista” (cit.). Pagina dopa pagina il libro di Giunti fornisce un’esperienza diretta e coinvolgente per rivivere l’atmosfera di Banksy.

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