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Nel giardino di Armida di Linda Savelli

Wondermark Books ha dato alle stampe l’agile saggio, a carattere divulgativo, sui “Balletti Russi” e i principali protagonisti che hanno rivoluzionato il modo di intendere il balletto e la sua musica. In quaranta pagine, l’autrice, riesce a condensare l’interesse, la scoperta, lo studio, la ricerca, e il fascino inalterato di un’epoca, derivati dall’intuito di Sergei Djagilev.

Un’impresa che ancora oggi appare straordinaria, un omaggio all’impresario teatrale russo nonché organizzatore e direttore artistico, ma anche di altre figure di spicco che hanno impresso il loro talento nella storia, come Anna Pavlova, Coco Chanel, Ida Rubinštejn, Vaclav Nižinskij, Pablo Picasso, Tamara Karsavina, Nikolaj Rimskij-Korsakov e Igor’ Stravinskij (solo per citarne alcuni).

Numerose infatti sono le collaborazioni che hanno composto i “Ballets Russes”, le quali in piccola o grande misura hanno contribuito a dare lustro alla compagnia, e al mito! Analizzando i “Ballets Russes” quale fenomeno irripetibile dell’inizio del XX secolo, non solo sul versante tersicoreo ma soprattutto su quello puramente teatrale ed estetico, si ha una visione privilegiata delle correnti artistiche caratterizzate da un vento di rottura e cambiamento.

Naturalmente il titolo del presente libro fa riferimento ad una celebre coreografia di Michel Fokine: “Le Pavillon d’Armide”, realizzato in un atto e tre quadri su musica di Nicolai Čerepnin e libretto di Alexandre Benois, ispirato alla novella “Omphale” di Théophile Gautier.

Rappresentato in debutto il 25 novembre 1907 al Teatro Mariinskij di San Pietroburgo, con protagonisti Anna Pavlova, nel ruolo di Armida, Vaslav Nižinskij nella parte dello schiavo, e Pavel Gerdt in quella del Visconte René de Beaugency.

Il 19 maggio 1909, fu il primo balletto presentato dai “Balletti Russi” di Djagilev, al pubblico parigino, presso il Théâtre du Châtelet, con Vera Karalli e Mikhaïl Mordkin, e nuovamente nel ruolo dello schiavo prescelto “il dio della danza” Nižinskij. La parte di Armida venne anche impersonata anche da un’altra grande interprete nel 1912, Tamara Karsavina.

E bene fa Linda Savelli a rifarsi a questo balletto per omaggiare il suo saggio, in quanto tale creazione è il modello esemplare di “cooperazione” tra coreografo, scenografo e costumista, in grado di rilevare un senso di “teatro totale”, nonché di ricerca storica e rappresentazione conforme all’armonia filologica.

Il testo è strutturato in quattro capitoli: si parla dei primi Novecento e di Parigi, si procede con un ritratto di Igor’ Stravinskij, e a seguire si incornicia Sergei Djagilev, per concludere con una sintetica veduta sulla compagnia e su alcuni titoli ballettistici che ancora oggi sono nell’immaginario di coloro che amano l’arte tersicorea, riportati spesso in scena grazie a grandi nomi, compagnie e teatri a livello internazionale. Partiture e manufatti immortali per altrettanti immortali balletti.

Nel pensiero di Djagilev troviamo ciò che di meglio è stato creato in epoca moderna, spaziando in vari ambiti, tra cui scenografie e costumi, grafica, storie personali mescolate al pubblico, senza tralasciare l’aspetto mondano e glamour che ha fornito lustro allo stile, alla moda, all’interior design, e ai complessi decorativi. Il periodo dei “Ballets Russes” sotto la direzione di Djagilev fu un progresso creativo fondamentale. Le coreografie di Fokine, Nižinskij, Massine, Balanchine e altri sono apparse fin da subito rivoluzionarie.

Ciò ha segnato una rinascita nello stile coreografico dopo Marius Petipa. In seguito alla scomparsa di Djagilev, Lifar continuò sulla stessa scia come pure Balanchine, Béjart, Petit e molti altri. Djagilev ancora oggi è un punto fermo, ne percepiamo ovunque le influenze, è un esempio da seguire e inseguire. Djagilev ha saputo cambiare la storia della danza, e l’arte tutta ne è stata la grande rivelatrice.

L’autrice

L’autrice, Linda Savelli, è dottoressa in tecniche psicologiche per i servizi alla persona e alla comunità; iscritta alla sez. B dell’Albo degli Psicologi della Toscana, dottoressa in filosofia, nonché perfezionata in scienza e filosofia. Da anni si occupa di scrittura creativa e di divulgazione filosofica e psicologica, mentre più recentemente, ha iniziato ad occuparsi di interventi riabilitativi e rieducativi nell’anziano e di counseling associato a libroterapia.

È autrice di libri e articoli, tra cui citiamo i recenti “Consonanze, Dissonanze… e i 12 cavalieri della muscia” (Wondermark, 2019) e “Pensieri Quasi Quotidiani di una Psicologia sulla Famiglia” (Wondermark, 2021) di cui è coautrice con la collega psicologa-psicoterapeuta Barbara Calcinai.

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